Ha un fortissimo dolore alla testa tanto da decidere di recarsi al pronto soccorso di Terracina, ma i medici la rimandano a casa con delle pasticche per il mal di testa. Gli operatori sanitari in un secondo momento, invece, le diagnosticano un aneurisma. Un caso di malasanità che ha causato alla donna la perdita della vista ad un occhio.
La signora sa che soffre di pressione alta, tenuta sotto controllo con i farmaci, e che potrebbe causarle problemi. Lo fa presente al pronto soccorso e chiede specificamente di essere sottoposta ad una Tac. Gli operatori sanitari che incontra però non la ascoltano, diagnosticano un semplice mal di testa e la dimettono.
La mattina dopo la donna avverte una fitta lancinante alla testa. La palpebra dell’occhio sinistro le si abbassa e scoprirà poi che il problema sarà permanente.
Aneurisma, secondo accesso al pronto soccorso
Quando al pronto soccorso la donna viene visitata il medico di turno, dopo essere stato informato del precedente ricovero e della sua richiesta di Tac le avrebbe detto: “Ora anche un bambino comprenderebbe che dobbiamo fare una Tac”. Purtroppo la diagnosi è di un aneurisma e la paziente viene trasferita all’ospedale Santa Maria Goretti, di Latina, per un delicato intervento chirurgico di embolizzazione.
Aneurisma, la terribile diagnosi
Dimessa il 28 febbraio scorso si sottopone a successive visite specialistiche che confermano l’aneurisma. Avrebbe subito anche un abbassamento ed insensibilità alla palpebra sinistra, la cecità ad un occhio. Come pure evidenze fisiognomiche incidenti sull’estetica e un principio di sindrome depressiva post-trumatica da stress in rapida evoluzione.
Richiesta risarcimento danni alla Asl
Si rivolge così ad un avvocato e parte immediatamente una richiesta bonaria di risarcimento alla Asl competente.
“E’ evidente – si legge nella missiva inviata alla Asl dal legale – poiché documentata, l’omessa diagnosi di un aneurisma in via formazione proprio mentre la paziente si trovava sotto la negligente, imprudente e comunque inadempiente gestione diagnostica-terapeutica del Vs. personale sanitario”.
L’avvocato è convinto che con ulteriori esami previsti in questi casi, e in particolare la Tac, la sua assistita non avrebbe subito i danni alla salute riscontrati.
“Una tempestiva diagnosi – da effettuarsi all’esito di un’attenta (quanto mancata) anamnesi prossima e remota; da un esame obiettivo (mai effettuato); dagli esami strumentali e biologici per il caso (mancati), quantomeno una attenta osservazione della paziente (imprudentemente dimessa) – avrebbe consentito un approccio terapeutico (medico e chirurgico) idoneo a prevenire ed evitare la formazione dell’aneurisma dei conseguenti danni”.