Amianto: chiude la sede Rai per bonifica e ristrutturazione

Dopo la morte del giornalista Franco di Mare e Marius Sodkiewicz per mesotelioma inizia il trasloco Rai

Chiude per la prima volta la famosa sede della Rai di Viale Mazzini a Roma, costruita negli anni ’60, per lavori di ristrutturazione e bonifica dell’edificio in cui è presente amianto.  I lavori dureranno circa due anni, l’edificio è stato il primo a Roma costruito completamente in acciaio e realizzato dall’architetto Francesco Berarducci tra il 1962 e il 1965. Gli uffici e il centro direzionale verranno spostati in una nuova struttura in via Alessandro Severo come deciso dal Consiglio di amministrazione che si è riunito a Roma venerdì 28 giugno sotto la presidenza di Marinella Soldi e in presenza dell’amministratore delegato Roberto Sergio.
Una decisione importante e necessaria in seguito agli eventi che hanno travolto la redazione, tra cui la scomparsa di Marius Sodkiewicz e Franco Di Mare giornalista inviato della Rai.

La pericolosità delle fibre di amianto

L’amianto è stato utilizzato ampiamente per la costruzione di edifici in forma di cemento mescolato ad amianto (eternit, nome derivato proprio dall’azienda che lo produceva) e per la coibentazione di tetti, edifici, nelle coperture dei tubi.

L’utilizzo di questo minerale dalla struttura fibrosa venne messo al bando con la legge 258 del 1992 che ne vietò l’utilizzo proprio per la pericolosità. Infatti, le sue fibre se inalate e ingerite possono provocare gravi patologie tumorali come il tumore al polmone, tumore alla faringe, alla laringe e mesotelioma pleurico, tumore legato solo all’esposizione a fibre e polveri di amianto.

La morte di Franco di Mare e la denuncia

Franco Di Mare

E proprio di mesotelioma morì lo scorso maggio il giornalista Rai Franco di Mare, entrato come inviato del TG2 nel 1992 aveva lavorato nei Balcani, in Africa e in America Centrale. È stato esposto, durante gli avvenimenti bellici nella ex Jugoslavia, all’aerosol di metalli pesanti e fibre di amianto rilasciate nell’aria quando i proiettili all’uranio impoverito colpivano e distruggevano palazzi.
L’amianto è letale, bastano anche poche fibre per ammalarsi e non dimentichiamo che nel palazzo della sede Rai era presente amianto friabile.

Il giornalista aveva rivelato la sua patologia durante un’intervista rilasciata alla trasmissione “Che tempo che fa” e aveva sottolineato l’indifferenza dell’azienda di fronte alla sua malattia. Non erano state prese le dovute precauzioni per tutelare la salute dei lavoratori. Tra l’altro i tempi di latenza fra l’esposizione e l’insorgenza di patologie asbesto correlati possono essere molto lunghi.

Di Mare lo scorso novembre aveva moderato il convegno “Amianto e Uranio, in guerra e in pace; ricchezza e povertà, dall’energia alla salute” organizzato dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Fu proprio Bonanni, legale di Di Mare, a denunciare il ritardo delle bonifiche, oltre al rilascio dello stato di servizio e ad avviare la richiesta di risarcimento del danno. Mentre si attende l’esito delle indagini dell’Autorità Giudiziaria di Piazzale Clodio in seguito alla denuncia presentata da Marius Sodkiewicz, prima della sua tragica scomparsa. 

L’adozione di Stella e i libri di Franco di Mare

Mentre si trovava a Sarajevo come inviato della Rai, Di Mare decise di adottare, a soli 35 anni, una bambina di dieci mesi che si trovava in un orfanatrofio.
Il giornalista aveva pubblicato diversi libri: “Il cecchino e la bambina”, Emozioni e ricordi di un inviato di guerra” nel 2009, “Non chiedere perché” (2011). “Casimiro Roléx” (2012), “Il paradiso dei diavoli” (2012), “Il caffè dei miracoli” (2015), “Il teorema del babà” (2017), “Barnaba il mago” (2018).

L’ultimo libro pubblicato lo scorso aprile dal titolo “Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi” per denunciare e raccontare le morti causate dalle esposizioni a metalli pesanti e fibre di amianto che continuano a mietere vittime anche dopo tanti anni.

La dichiarazione dell’avvocato Ezio Bonanni

“Dopo le denunce penali ho diffidato la Rai a indagare sulla presenza di amianto – spiega il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianti, Ezio Bonanni – e le mie indagini difensive mi hanno fornito la documentazione sul fatto che la bonifica auspicata non è stata portata a termine. Già negli atti relativi ai due decessi, avevo auspicato un trasferimento della sede”.

Aumentano le vittime della fibra killer

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Amianto sono 2mila i casi di mesotelioma con un indice di mortalità di circa 93% dei casi. 4mila nuove diagnosi di tumore polmonare dovuto all’esposizione ad amianto. Indicando un indice di sopravvivenza (a 5 anni) stimato del 12% per un calcolo di circa 3.500 decessi.

“L’ONA proseguirà nel suo impegno a rappresentare e difendere i giornalisti e dipendenti Rai esposti ad amianto per la tutela dei loro diritti. Sia in chiave previdenziale che per il  riconoscimento dello status di equiparati a vittima del dovere (per gli inviati di guerra) sottolinea Bonanni.
“Ci occuperemo anche della richiesta di risarcimento dei danni anche per la sola esposizione all’amianto, di per sé lesiva per la salute e che determina un rischio anche a lunga latenza”.

Autore: Ilaria Cicconi