Intervista alla professoressa Chiara Simonelli psico-sessuologa e già docente presso la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “Sapienza”. Membro fondatore dell’Istituto di Sessuologia Clinica. Esperta, per il Ministero della Salute, nel tavolo per HIV e MST
I dati riguardanti la violenza sulle donne sono ancora allarmanti, per non parlare dei femminicidi. Basta accendere la TV e ritrovarsi davanti a un mondo macabro fatto di terrore, possesso e omicidi. Questo, non è solo un problema di sanità pubblica ma rappresenta una grave violazione dei diritti umani. Ogni forma di abuso (psicologico, fisico) determina effetti negativi a lungo termine sulla salute psichica, fisica mentale e sessuale. Assistiamo ogni giorno, anche nel nostro piccolo, ad atti violenti da parte di persone che, purtroppo, vivono nel crescente bisogno di sentirsi superiori agli altri (cosa che denota invece la loro insicurezza), ostentando e umiliando le persone più fragili, bullizzando, stalkerando.
La violenza contro le donne, in particolare da parte dei mariti o compagni, è un problema di proporzioni globali enormi.
I dati
Nel mondo, secondo i dati OMS, una donna su tre viene uccisa ogni giorno e la violenza contro le donne interessa 1 donna su 5
In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.
I dati del Report “Omicidi volontari” del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale aggiornato al 7 aprile 2024 evidenziano che:
nel periodo dal 1 gennaio al 7 aprile 2024, sono stati registrati 78 omicidi (- 15% rispetto allo stesso periodo del 2023 in cui le vittime furono 92), con 28 vittime donne (-18% rispetto allo stesso periodo del 2023 in cui le donne uccise furono 34)
le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono state 26 (-21% rispetto allo stesso periodo del 2023 in cui vittime furono 33); di queste, 16 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (-27% rispetto allo stesso periodo del 2023).
L’ultima nota Istat sulle vittime di omicidio evidenzia che:
i dati mostrano per il 2022 un aumento del numero di donne uccise da parenti (0,14x100mila donne, 0,10 nel 2021)
nei casi in cui si è scoperto l’autore, il 92,7% delle donne è vittima di un uomo
le donne uccise da un partner o ex partner, tutti di sesso maschile, sono 61
Ma come mai tanti ” uomini ” arrivano a ” violentare psicologicamente” la propria donna e alcuni addirittura ad ucciderla? Ne abbiamo parlato con la professoressa Chiara Simonelli sessuologa e già docente presso la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “Sapienza”. Membro fondatore dell’Istituto di Sessuologia Clinica
“Nella scelta del partner, tra i vari uomini, ce ne sono tanti interessati al potere, al controllo e a far del male all’altro. Sono convinta che non tutte le donne che stiano con una persona che le umilia e le fa soffrire siano contente di questo ma che la possibilità statistica di incontrare un uomo così è molto alta per cui ci dovremmo chiedere perché ci sono tanti maschi così improntati al possesso cattivo, alla svalutazione, al sentirsi grandi facendo male all’altra”.
Come mai secondo lei?
“Perché siamo in un periodo in cui il patriarcato ha ripreso vigore. Ci sono condizioni socioeconomiche, culturali che hanno fatto sì che vengano moderate le conquiste fatte negli anni ‘70 in cui le donne incominciavano non solo ad alzare la testa ma a rivendicare le pari opportunità. Noi abbiamo visto i dati recenti delle retribuzioni maschili e femminili, io ho fatto delle indagini su delle donne anziane che sono più longeve però sono più povere.
Ci sono una serie di indicatori sociali per cui c’è un’alta possibilità di incontrare questi soggetti, quindi non colpevolizzerei la donna che si è messa con un “bravo ragazzo” che poi è dimostrato pessimo. Anche perché questi maschi così sadici e svalutanti non si mostrano subito per quel che sono ma occultano questo aspetto inizialmente con gentilezza.
Queste donne prima di essere maltrattate di solito hanno vissuto una parte di relazione in cui l’altro non si è mostrato per quello che è ma particolarmente coinvolgente rispetto a quelli che sono più titubanti ad avvicinarsi e a impegnarsi. Questi si impegnano ma hanno un secondo fine che non viene esplicitato, cioè, il possesso, fino ad arrivare al maltrattamento fisico o addirittura al femminicidio. E questo succede in tutto il mondo.
A queste donne viene tolta l’autostima che nelle femmine è spesso traballante”.
Oggi gli stereotipi proposti dalla tv e dei social non aiutano
“Sì, siamo tornati indietro, basti guardare quel che ci viene proposto dai social media e dalla televisione, la donna deve essere giovane e bella e quindi si comincia a minare l’autostima anche corporea di una donna”.
Questi uomini provano piacere facendo del male al partner?
“Si un piacere che non può essere capito da chi non ha questo tipo di comportamento che consiste nell’avere il controllo sull’altro. Spesso sono uomini che non vogliono che la donna lavori o che svalutano quello che fa”.
Il maltrattamento psicologico potrebbe essere un campanello d’allarme prima che arrivino gli abusi fisici?
“Sì, poi se si hanno figli la remora è molto forte anche perché si ha paura che possano essere violenti con i figli e spesso questo accade. È molto difficile lasciare questi soggetti perché ci può essere la persecuzione: non vogliono essere lasciti perché è un azzeramento del potere che hanno sulla donna perché inizia a decidere della propria vita e per un uomo così è inaccettabile”.
Oggi le donne lavorano, si occupano dei figli, della casa eppure spesso in questa società vengono svalutate o rispetto ad un uomo è più difficile che queste qualità vengano riconosciute. Come mai secondo lei?
“C’era un bellissimo detto femminista di Ginger Rogers tanti anni fa che diceva “D’accordo Fred Astaire è bravissimo però io faccio le stesse identiche cose all’indietro e con i tacchi a spillo”. Questa era una frase emblematica però effettivamente Ginger Rogers era in secondo piano rispetto a Fred Astaire. Quando una donna fa la metà delle cose che fa un uomo non è valutata quanto un uomo”.
Come mai tante donne, anche alcune molto giovani, che non hanno figli accettano violenze fisiche e psicologiche dai compagni?
“In generale c’è un certo disinteresse e freddezza nelle relazioni. Le donne amano le passioni forti e dato che questo tipo di maschi sono uomini appassionati e le donne lo fraintendono. Ad esempio: “se lui mi dà uno schiaffo perché sono vestita in maniera provocante significa che è geloso quindi ci tiene”. All’inizio questi uomini fanno cose che non fanno gli altri, si presentano di sorpresa e la donna pensa “nessuno può amarmi come mi ama lui” poi soltanto quando iniziano le violenze psicologiche e fisiche la donna inizia a dubitare”.
Quali sono i primi segnali per riconoscere un uomo incline alla violenza?
“I primi segnali sono tanti e sono sempre gli stessi: si comincia con il controllo che viene interpretato come grande interesse (te lo trovi sotto casa o al lavoro quando meno te lo aspetti). La donna non capisce che l’uomo la vede come un oggetto di possesso. Se arriva all’estremo del femminicidio ritiene l’altro fondamentale, alcuni uccidono la propria donna e poi si uccidono. Non tutti però”.
Perché alcuni uomini considerano tutte le donne “poco di buono”?
“L’essere donna che è visto con sospetto sono le basi del patriarcato che è dappertutto. Prima c’era la patria potestà le donne venivano controllate e picchiate. Le leggi sono cambiate ma non è cambiata del tutto la mentalità. Oggi i maschi dovrebbero essere diversi invece siamo tornati indietro con questi modelli insopportabili”.
La donna dovrebbe essere valorizzata anche per il suo lato interiore e le sue capacità
“I femminicidi non sono azzerati o diminuiti al punto da poter pensare che siano delle eccezioni, certo ci sono dei Paesi che stanno peggio, se pensi a quella ragazza uccisa perché rivendicava il diritto di scegliere il proprio marito. Ma comunque sono molte le donne che vengono uccise in Italia, fatte a pezzi, fatte sparire. C’è poi la violenza psicologica che fa molto male perché, quando tocchi l’autostima, ferisci profondamente la persona”.
Ci sono donne che giustificano i mariti violenti
“Alcune donne se ne vanno ma pagano pegno. Quando un uomo fa così costantemente la donna percepisce che se lo lascia, cosa non facile, ci può essere un crescendo di violenza e infatti spesso è così. Pensi a tutte le donne che hanno denunciato il marito violento ai carabinieri anche più volte. Lui si è incattivito e l’ha ammazzata. La società dovrebbe proteggere le donne che denunciano perché, se non ci si riesce, si espongono le donne al peggio. Spesso nonostante gli ordini restrittivi alcuni uomini diventano più violenti”.
Io credo che dovremmo educare come società i nostri maschi a valorizzare i sentimenti e l’empatia che in questo genere di relazioni non c’è, anzi c’è una specie di piacere nel “tagliare le gambe all’altra”.
Anche la società vede diversamente le donne che lasciano i propri mariti. Spesso non vengono credute e vengono giudicate. C’è lo stereotipo che la donna, anche se viene maltrattata, deve tenersi il marito
“Nel pensiero comune c’è l’idea che le donne debbano sopportare. Questo pensiero viene da lontano e purtroppo è ancora molto presente. È questo il punto che andrebbe affrontato, per cui quando trovi la forza di separarti il percorso è difficile e hai molta gente contro.
Ci sono dei luoghi deputati con aiuti anche concreti come la casa-famiglia, l’avvocato, lo psicologo che ti possono sostenere se non hai una famiglia che ti aiuta.
Non c’è un grande investimento nelle case-famiglia, ora hanno tagliato anche alcuni fondi, la donna deve essere protetta in questi casi. Alcuni uomini diventano violenti, altri te la fanno pagare economicamente, ci sono molti modi per continuare a ferire la donna”.
La famiglia e la società sono la causa di tutto questo
“Le donne oggi si lamentano del fatto che ci sono una marea di uomini che pensano solo a loro stessi in maniera molto infantile e cercano il coinvolgimento anche a costo di subire degli abusi. Spesso le donne confondono un’attrazione con il grande amore. Bisognerebbe aprire gli occhi e conoscere bene la persona che si ha vicino. Questo serve a capire anche la compatibilità sulla visione del mondo. Ci sono troppi uomini superficiali in giro con inclinazione al possesso e alla violenza”.