Cosa porta un ragazzo apparentemente “normale” a compiere questo crimine. Panoramica sullo stupro di gruppo, come comportarsi se si è vittime e alcuni contatti utili
Il 3 ottobre si terrà l’incidente probatorio per ascoltare la ragazza diciannovenne violentata a Palermo da sette coetanei. Questo per raccogliere la testimonianza senza che la giovane debba rivivere l’esperienza testimoniando durante il processo. Stupri, omicidi, violenza fisica e psicologica sono, purtroppo, oggetto di cronaca ogni giorno.
Ragazzi “apparentemente” normali che non sembrano capaci di tanta brutalità, che spesso non hanno precedenti finiscono per commettere questo reato.
Cosa porta un ragazzo a compiere questi crimini? Sono inclini allo stupro o vengono influenzati dal branco?
Secondo gli psicologi alla base di queste dinamiche, se il soggetto non è uno “stupratore seriale”, ci sono dei sentimenti di repulsione per la donna (misoginia) e un forte maschilismo. Di conseguenza, la tendenza a dimostrare la propria “superiorità” tramite la “forza”, la violenza e la sopraffazione. L’essere “dominante” in questo modo, senza accorgersi che chi commette violenza è esattamente il contrario. Il soggetto prova piacere nel sottomettere la donna ed è spinto dalla rabbia e dalla “coesione interna” del gruppo. Quindi si sente forte in una “nuova identità” che non è individuale.
Alcuni ritengono che il leader riesca a “trascinare” gli altri nel proprio gioco di morte crudele e perverso. Il soggetto da solo, spesso, non è nulla. È un individuo senza personalità che cerca approvazione e sfogo nel più cruento degli atti. In una società in cui la normalità non esiste: violenza, stupri, droga e alcol sono all’ordine del giorno. Sembra che per essere accettati si debba seguire il gruppo.
I dati sullo stupro
Nel biennio 2015-16, come riportano i quotidiani, tra cui il Sole 24 ore, l’Istat stima che il 4,1% delle ragazze che oggi hanno meno di 30 anni abbia subito violenza sessuale quando erano minorenni, ed è purtroppo in aumento la percentuale dei figli che hanno assistito a episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% al 64,8% tra il 2006 e il 2014) e di quelli che sono stati direttamente coinvolti (dal 15,9% al 23,7%).
Dal 2006 al 2014 restano stabili le quote di donne vittime di violenza estrema (stupri e tentati stupri) e delle forme più̀ efferate di violenza (uso o minaccia di usare una pistola o un coltello) e soprattutto è aumentata la gravità delle violenze sessuali e fisiche.
Nel complesso (dato Istat 2014) quasi una donna su tre (31,5%), ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 3% (652mila donne) ha subito stupro e il 3,5% (746mila) tentato stupro.
Più dell’80% degli stupri sulle donne italiane è stato commesso da un italiano. Gli stupratori stranieri sono il 15,1%.
Stupro di gruppo più frequente nei giovani
Secondo i dati gli stupri di gruppo sono più frequenti nei giovani. Sembra, infatti, che in gruppo siano capaci di compiere atti di ogni genere.
Una formazione mancata da parte dei genitori, di rispetto verso le donne e verso gli altri sono complici di questa identità frammentata. Purtroppo, non c’è ancora quella parità di diritti tra uomo e donna che dovrebbe esserci. Si parla ancora della donna che si veste in un modo succinto. Se invece fosse un uomo la vittima di una violenza non si accompagnerebbe la descrizione dell’atto al vestiario, all’aspetto fisico del soggetto. Esistono questi stereotipi. NON CI SONO ATTENUANTI AD UNA VIOLENZA.
Cos’altro può esserci dietro uno stupro di gruppo
Secondo gli esperti dietro questo tipo di stupro può esserci anche un’omosessualità latente. Questo perché in un’attività di gruppo un uomo potrebbe condividere i suoi desideri inconsci per non affrontare le sue vere pulsioni ed esaltare la sua mascolinità. Purtroppo, ancora oggi da molti l’omosessualità è vista come diversità e non sempre accettata soprattutto in famiglia. Tutti siamo uguali e nessuno dovrebbe reprimere la propria identità anche a costo di soffrire. Perché nascondersi significa non accettare sé stessi.
La legge
Nel 1996 entrava in vigore la prima legge contro lo stupro che veniva, finalmente considerato reato contro una persona. Furono abrogati gli articoli del codice Rocco risalenti al periodo fascista che definivano lo stupro solo un delitto contro la moralità pubblica e il buon costume non come delitto contri una persona (art. 609 bis e segg. del Codice penale italiano).
Cosa fare se si è vittima di stupro e di violenza
Uno stupro è una lacerazione fisica e psicologica. Spesso la vittima non ha il coraggio di denunciare perché si sente sporca, umiliata e ha paura del giudizio. A volte inizia addirittura a “darsi la colpa” per il suo comportamento forse seduttivo, per l’abbigliamento o per aver bevuto un bicchiere di troppo. Queste sono solo “giustificazioni” che la donna che ha subito queste atrocità vuole dare a sé stessa per trovare una motivazione. Non capisce che la violenza subita non dipende da lei ma da chi l’ha commessa. È importante trovare il coraggio di denunciare e di farsi aiutare dagli esperti, senza tenere questo dolore dentro. Una donna che ha subito violenza o stupro difficilmente si fiderà ancora delle persone. Ma il percorso di guarigione dell’anima inizia prima di tutto da sé stessi. Sarà lungo e doloroso ma inevitabile per non vivere ancora una vita nella paura.
Numeri utili
Secondo il rapporto dell’OMS Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne: diffusione e conseguenze sulla salute degli abusi sessuali da parte di un partner intimo o da sconosciuti (in lingua inglese), la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”.
A chi rivolgersi
- 112: chiamare il numero di emergenza senza esitare, né rimandare:
- in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica;
- se si è vittima di violenza psicologica;
- se si sta fuggendo con i figli (eviti in questo modo una denuncia per sottrazione di minori);
- se il maltrattante possiede armi.
- Numero antiviolenza e anti-stalking 1522 – Il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. L’App 1522, disponibile su IOS e Android, consente alle donne di chattare con le operatrici. È possibile chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero antiviolenza e anti-stalking 1522
- App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche
- Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza
- Mappa dei consultori in Italia
- Centri antiviolenza sul sito del Dipartimento delle Pari opportunità
- Guida per le vittime di violenza sessuale e stupro in Italia Redatta dalla Ambasciata Britannica, Roma Consolato Generale Britannico, Milano