La fisioterapia dovrà rispondere, in futuro, sempre di più alle parole chiave “iniziativa”, “prossimità” e “comunità”.
Lo hanno detto i rappresentanti degli Ordini delle Professioni Sanitarie riuniti ad un tavolo di confronto a Fiuggi, in provincia di Frosinone; alla presenza della Presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio, Alessia Savo.
Il titolo dato all’incontro era “Opinioni in ordine… 2.0” ed è stato organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche (Opi) di Frosinone.
Fisioterapia e riabilitazione da riorganizzare sui territori
“I fisioterapisti sono professionisti responsabili, pronti a proposte e strategie utili per perfezionare percorsi riabilitativi regionali” – ha detto la presidente Ofi del Lazio, Annamaria Servadio. Diverse le progettualità e gli intenti condivisi al tavolo di confronto riguardo alla riorganizzazione dei territori, “per mettere finalmente la persona al centro”.
I fisioterapisti hanno evidenziato la necessità di rivedere gli attuali modelli presenti in riabilitazione. Il contesto sanitario, infatti, negli ultimi 25 anni si è aggiornato ed è dunque cambiato. La fisioterapia deve stare al passo con i tempi ed è quindi arrivato il momento di orientare la professione verso i concetti di “iniziativa”, “prossimità” e “comunità”.
La fisioterapia deve essere “in grado di promuovere gli interventi in maniera proattiva – ha continuato Servadio – per innovare il mondo della fisioterapia, affrontando con nuovi paradigmi il tema della presa in carico nella long term care.Per questo il modello ospedalocentrico anche in riabilitazione va ripensato secondo gli scenari attuali; cercando di mutare quell’approccio prestazionale oggi non più al passo dei tempi“.
L’impatto del Covid sulle professioni della riabilitazione
La presidente Servadio ha inoltre spiegato che la pandemia da Covid ha pesato non poco anche sulle prestazioni di fisioterapia nel sistema sanitario regionale. Tuttavia un punto buono c’è. Se infatti c’è qualcosa che ci ha insegnato la pandemia, è che bisogna essere pronti e che i servizi devono essere resi flessibili e più vicini possibile al cittadino.
“L’esperienza vissuta – ha concluso la presidente Ofi – deve tramutarsi oggi in un’opportunità per perfezionare e attuare una riorganizzazione dei territori che sappia dare, per la Fisioterapia e la Riabilitazione, una risposta efficace ai bisogni di salute delle persone. Ripartiamo dai territori, soprattutto da quelli più periferici della nostra regione per garantire l’omogeneità dei percorsi in termini di equità ed accessibilità alle cure“.
Fisioterapia, in Italia l’esercito dei 65mila
In Italia ci sono circa 65mila fisioterapiasti. Il loro compito è aiutare i pazienti che ne hanno bisogno per l’età avanzata o perché reduci da traumi, a recuperare lesioni muscoloscheletriche e disturbi fisici dovuti a malattie o disfunzioni del corpo. Caratteristici ne sono l’uso dell’esercizio terapeutico e la terapia manuale. Il trattamento del paziente è personalizzato.
Gli scopi della fisioterapia sono molteplici. Il primo è senza dubbio migliorare la funzionalità fisica, poi anche promuovere il recupero di alcune funzionalità ridotte, ed alleviare il dolore quando possibile.
Dove si trovano i fisioterapisti? Questa tipologia di professionisti è presente negli ospedali e nei centri di riabilitazione, ma anche in cliniche ambulatoriali e studi privati. Molti lavorano anche al domicilio del paziente.
Non solo terapia, ma anche prevenzione
La fisioterapia ha anche un ruolo preventivo, non soltanto terapeutico a seguito di lesioni o per la ridotta funzionalità motoria ed articolare dovuta all’avanzare dell’età o causato da malattie.
I fisioterapisti svolgono anche un ruolo importante nella prevenzione: promuovono i corretti stili di vita con i pazienti, educandoli a predersi cura di se stessi ed a muoversi nella maniera corretta per evitare danni. Inoltre propongono esercizi di rafforzamento e stretching, volti anche al miglioramento della postura ed all’adozione di abitudini salutari.
Secondo il Rapporto Istat sulle “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea“, in Italia sono circa 8,5 milioni le persone con difficoltà motorie. Di queste, 3,7 milioni soffrono di difficoltà gravi e tra loro c’è chi ha fatto ricorso proprio al fisioterapista. A dire il vero, quasi tutti: sono infatti circa 6 milioni gli italiani (il 70% di chi ha difficoltà motorie) che si sono rivolti a questo professionista sanitario.