La salute è un diritto fondamentale di tutti e coincide con il benessere fisico, mentale e sociale. In particolare, lo Stato Italiano considera la salute come un diritto individuale e come un diritto generale della collettività. Permette agli uomini di integrarsi nel loro ambiente naturale e sociale. Pertanto, il diritto alla salute va preservato e tutelato da elementi che ne compromettono il raggiungimento. Ma cosa si intende con il termine “salute”?
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Etimologia e definizione del termine “salute”
Il termine deriva dal latino “salus“, che può essere tradotto con salvezza, incolumità e integrità. Più in generale, il termine salute sta ad indicare uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo. Tuttavia, nel corso del tempo, la sua definizione è stata oggetto di discussione. In molti ne hanno criticato la natura astratta e la condizione utopistica.
Le origini del concetto di “salute”
Il termine “salute” è stato più volte riformulato. Per comprendere le sue varie accezioni è necessario fare un salto indietro nel tempo ed iniziare dall’antica Grecia. In questo periodo il concetto di salute era un riferimento puramente religioso. Era considerata un “dono” degli dei. Contrariamente, la malattia era un fenomeno magico religioso.
Con Ippocrate, medico dell’antica Grecia, il concetto di salute ha assunto un significato più preciso. Secondo il suo pensiero, l’uomo è mosso da una forza vitale innata che, per natura, riequilibra le disarmonie causate delle patologie. Per la prima volta, la salute dell’uomo è stata legata a circostanze interne dell’essere umano e non da fattori esterni o da divinità “dispettose”.
Nell’età moderna, in particolar modo nell’epoca contemporanea, il concetto di salute è stato rivisitato. Grazie a discipline come la biologia e la chimica, l’approccio filosofico alla tematica è stato messo da parte. Nel ‘700, con la medicina scientifica, il concetto di salute ha assunto accezioni più scientifiche. Questo perché si cominciano a comprendere le cause fisiologiche alla base delle malattie.
Il diritto alla salute come diritto umano
L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità è stata tra le prime Istituzioni a pronunciarsi in termini di diritto alla salute. L’Organizzazione dichiara che la salute è uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia o infermità”. L’OMS afferma che il diritto alla salute è un diritto fondamentale. Infatti, ogni essere umano, senza distinzione di razza, di religione, d’opinioni politiche, di condizione economica o sociale deve godere del più elevato standard di salute possibile.
La Costituzione Italiana tutela il diritto alla salute
Anche lo Stato tutela il diritto alla salute. Il primo comma dell’art. 32 della Costituzione Italiana recita così: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti“.
In altre parole, per lo Stato Italiano la salute rappresenta una condizione di benessere fisico, mentale e sociale che permette agli individui di integrarsi nel loro ambiente naturale e sociale. Come diritto non può essere negato a coloro che si trovano in condizioni di miseria. Infatti, per quest’ultimi, la Costituzione garantisce la gratuità del servizio. Per tutti gli altri, invece, prevede una forma di compartecipazione per coprire parte delle spese erogate dal Sistema Sanitario Nazionale.
La prevenzione primaria per la difesa della salute
Nel 1982, gli epidemiologi Richard Doll e Richard Peto pubblicarono il primo elenco dei principali fattori di rischio che contribuiscono a determinare l’insorgenza di alcune malattie. Grazie al loro importante contributo, per la prima, cambia l’approccio alla malattia. Da un approccio puramente curativo si passa ad un approccio di tipo preventivo. Le attività di prevenzione servono a ridurre al minimo il rischio di ammalarsi e permettono al Sistema Sanitario Nazionale di abbattere i costi per i farmaci e le terapie salvavita.
La prevenzione primaria è la migliore arma a disposizione dell’uomo contro i fattori di rischio responsabili dell’insorgenza di nuove malattie.
I fattori di rischio per la salute
I fattori di rischio sono delle condizioni o dei comportamenti che aumentano la probabilità di sviluppare una patologia. Possono essere classificati in fattori di rischio modificabili, come ad esempio il comportamento e l’ambiente circostante, e i fattori di rischio non modificabili come l’età, il sesso e patrimonio genetico. Questi ultimi sono definiti non modificabili poiché non dipendono dalla volontà umana.
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Fattori di rischio modificabili
Le abitudini sono dure a morire, ma se a rimetterci è la salute, allora è meglio cambiare il proprio stile di vita. I fattori di rischio modificabili sono rappresentati proprio da questi comportamenti sbagliati che causano l’insorgenza di alcune patologie. Uno stile di vita sano previene l’insorgenza di malattie croniche e tiene a bada possibili recidive. Un esempio sono l’alimentazione, la sedentarietà, l’alcol ed il fumo.
L’alimentazione come forma di prevenzione
Avere un’alimentazione corretta permette di ridurre al minimo il rischio di ammalarsi. Sono assolutamente bandite le “diete fai da te”, incomplete di nutrienti e troppo spesso ipocaloriche. La soluzione migliore è di affidarsi ad un dietologo nutrizionista per un piano alimentare idoneo al proprio fabbisogno giornaliero. Infatti, una dieta equilibrata e personalizzata costituisce la base della prevenzione di moltissime patologie.
Se da una parte abbiamo le diete ipocaloriche, dall’altra abbiamo diete ipercaloriche responsabili dell’obesità, una patologia comune dei paesi industrializzati. In Italia, circa il 9% della popolazione è in sovrappeso. Le percentuali sono ancora più preoccupanti se si prende in considerazione l’obesità infantile. In realtà, tra le cause rientrano anche le predisposizioni genetiche, i fattori socio-economici, alcune patologie associate e i disturbi del sonno. Qualsiasi siano le cause, l’obesità è una condizione associata a morte prematura in molte malattie croniche.
Quando l’alcol diventa un fattore di rischio
L’abuso di alcol è correlato all’insorgenza di oltre 60 patologie. La sua nocività risiede in alcune sostanze quali l’etanolo e l’acetaldeide. Queste sono contenute in tutte le bevande alcoliche e sono fortemente tossiche perché hanno delle ripercussioni in grado di distruggere alcune funzioni del cervello.
Contrariamente, quando l’alcol viene consumato in piccole quantità, può apportare alcuni giovamenti al sistema nervoso. Secondo una ricerca scientifica pubblicata su Scientific Reports, quando l’alcol viene assunto a basse dosi faciliterebbe il processo di smaltimento di alcune tossine, incluse quelle associate all’Alzheimer. Inoltre, alcune sostanze contenute nel vino rosso hanno poteri antinfiammatori e protettivi per il sistema cardiocircolatorio.
L’attività fisica come beneficio per corpo e mente
Svolgere regolarmente un’attività fisica può aiutare a migliorare la qualità della propria vita. Oltre a prevenire l’insorgenza di malattie croniche, l’attività fisica permette di ottenere moltissimi benefici anche sulla salute mentale. Quando si parla di attività fisica non si fa riferimento per forza allo sport. Tra le attività consigliate rientrano le passeggiate all’aperto e nel verde, limitando il più possibile l’utilizzo di mezzi di trasporto. In questo modo, i benefici si ripercuotono positivamente anche sull’impatto ambientale.
Il fumo di sigaretta tra i fattori ambientali maggiormente inquinanti
Il consumo continuo di tabacco, sotto forma di sigari, sigarette e pipe, riduce non solo la durata della vita ma anche la sua qualità. Il fumo attivo accelera il processo di invecchiamento della pelle e diminuisce le difese immunitarie dell’organismo. Inoltre, causa una serie di patologie cardiovascolari. Anche l’esposizione al fumo passivo causa l’insorgenza di malattie. In particolar modo nei bambini può causare in generale problemi respiratori, sindrome della morte in culla, infezioni all’orecchio e attacchi d’asma.
L’inquinamento ambientale come fattore di rischio
L’inquinamento ambientale rappresenta la maggiore minaccia per la salute dell’uomo. Infatti, questa è fortemente legata alle condizioni ambientali. Le sostanze chimiche presenti nell’atmosfera, tramite l’aria, l’acqua o il cibo, possono entrare a contatto con l’uomo e causare l’insorgenza di diverse patologie. Tra le sostanze inquinanti vi sono i prodotti della combustione, come le diossine ed il benzene, i gas come l’ozono e alcuni elementi chimici come l’uranio e il radon. Il danno provocato dalle sostanze rilasciate nell’atmosfera causano un danni irreversibile i cui effetti possono verificarsi anche a distanza di anni.
L’ambiente lavorativo come fattore di rischio
L’esposizione al rischio occupazionale è un problema comune di tutti i lavoratori. Nell’ambiente di lavoro, la salute può essere minacciata da diverse sostanze cancerogene. Quelle maggiormente riscontrate nelle sedi occupazionali sono l’amianto, aflatossine, il benzene e le amine aromatiche. Secondo uno studio europeo, i lavoratori esposti a cancerogeni in Italia sono circa 4.200.000 su 21.8 milioni di lavoratori complessivi. Per tutti coloro che sviluppano particolari forme di tumore professionale, la legge prevede delle prestazioni di tipo assistenziali ed economiche.
Prevenzione secondaria e terziaria
Oltre alla prevenzione primaria, ci sono altre due forme di prevenzione: la secondaria e la terziaria. La prevenzione secondaria ha come obiettivo quello di individuare precocemente una malattia tramite tecniche di screening. Questa forma di prevenzione mira ad impedire l’insorgenza di una malattia o la sua progressione. La prevenzione terziaria, invece, spesso coincide con la terapia vera e propria. Quest’ultima ha come obiettivo quello di tenere sotto controllo la progressione della malattia e ad assicurare un decorso sereno al paziente.
Quando le forme di prevenzione falliscono
Non è raro sentire parlare di errori medici che minacciano costantemente la salute umana. Soltanto negli Stati Uniti sono stati stimati quasi 98.000 decessi l’anno. Spesso le cause sono da ricercare nell’organizzazione del personale medico, nella mancanza di apparecchiature moderne o nella cattiva comunicazione tra l’operatore sanitario ed il paziente. Più precisamente, gli errori medici vengono distinti in errori di diagnosi ed errori di terapia.
Gli errori di diagnosi sono tutti quegli errori che conducono ad eventi avversi in modo indiretto. Il personale sanitario commette un’errata diagnosi e pertanto prescrive un trattamento terapeutico sbagliato. Oppure omette o ritarda un intervento necessario che avrebbe potuto migliorato la probabilità di sopravvivenza del paziente.
Gli errori di terapia, invece, sono la causa ultima dell’evento avverso. Essi sono rappresentati da comportamenti quotidiani sbagliati, come la somministrazione di farmaci non idonei, la mancanza di una comunicazione trasparente con i pazienti sulle terapie da seguire o sui comportamenti da adottare, le indicazioni sui controlli da effettuare, una buona comunicazione tra il personale sanitario, etc.
Ecco che il singolo errore medico, che sia di diagnosi o terapia, può compromettere in maniera irreversibile la salute umana.
Tutela legale per le vittime di errore medico
Poiché la salute è un diritto garantito dalla Costituzione italiana, le vittime di malasanità e di errore medico, o i suoi familiari, possono richiedere il risarcimento di tutti i danni subiti.
L’Avv. Ezio Bonanni e l’ONA hanno istituito un servizio di assistenza dedicato a tutte le vittime di malasanità ed errore medico. Tale servizio permette di ottenere una consulenza gratuita per valutare la migliore strategia per ottenere il risarcimento per il danno subito. Le competenze e la serietà del team di professionisti, medici legali e avvocati hanno contraddistinto l’operato dell’avv. Bonanni e dell’ONA in tutta Italia.